Stazione Rogers - Restauro e riuso della stazione di servizio dell’Aquila a Trieste (2008)
La Stazione di Servizio dell’ ”Aquila” è stata progettata a Trieste da BBPR nel 1952-53. Nel 2008, dopo un lungo periodo di abbandono, il distributore di carburanti è stato oggetto di un concorso di idee indetto dal Comune di Trieste grazie alla volontà dell’associazione Ernesto Nathan Rogers che ne proponeva la riqualificazione.
L’intervento di restauro è stato finanziato dalla Camera di Commercio di Trieste.
Il progetto di restauro di Semerani e Tamaro Architetti Associati era volto a trasformare il piccolo edificio da distributore di carburanti a distributore di cultura.
Questo intervento di restauro è stato insignito della menzione d’onore nella sezione “Restauro del Moderno” nella selezione per la Medaglia d’oro all’architettura italiana 2009 organizzata dalla Triennale di Milano.


Stazione Rogers - Restauro e riuso della stazione di servizio dell’Aquila a Trieste (2008)
La Stazione di Servizio dell’ ”Aquila” è stata progettata a Trieste dai BBPR nel 1952-53. Il valore architettonico di questa piccola opera deriva sicuramente dall’autenticità dell’invenzione di un oggetto banale, quale è un’officina ed un distributore di carburanti per automobili: tre archi ribassati, che terminano in crescendo ai bordi, su tre sale molto vetrate, tra loro slittate di una mezza lunghezza; copertura e “pilotis”, sono nettamente separati dall’ involucro murario, arrotondato agli angoli e rivestito con tesserine di ceramica bianca opaca.
Nel 2008, dopo un lungo periodo di abbandono, il distributore di carburanti è stato oggetto di un concorso di idee indetto dal Comune di Trieste grazie alla volontà dell’associazione Ernesto Nathan Rogers che ne proponeva la riqualificazione.
Il progetto di restauro di Semerani e Tamaro Architetti Associati era volto a trasformare il piccolo edificio da distributore di carburanti a distributore di cultura. L’intervento di restauro è stato finanziato dalla Camera di Commercio di Trieste.
Tutti i materiali ed i colori sono stati ritrovati mediante scrostatura delle superfetazioni e ripristinati. I serramenti in ferro, che staccano la copertura a volte ribassate dall’involucro murario, sono stati quindi verniciati in nero; le fasce metalliche orizzontali di irrigidimento in rosso cinabro; l’interno delle volte in azzurro; i “pilotis” in blu petrolio.
L’introduzione di una nuova impiantistica e la necessità di realizzare un ambiente confortevole per una galleria d’arte ed un “info-point” non dovevano modificare il carattere “essenziale” dell’edificio. Reinterpretando la sua articolazione spaziale in una successione di situazioni diverse, si è data la possibilità di realizzare diverse forme di comunicazione che rendono elastica l’utilizzazione dei tre piccoli spazi.
L’ingresso esistente, posto sull’unico fronte completamente vetrato, porta quindi ad uno spazio di accoglienza completato da un piccolo bar e da un servizio igienico. E’ stato realizzato un soppalco in metallo e vetro ed una piccola scala d’accesso in legno naturale, che avrà anche la funzione di retro-bar.
Mantenendo la grandezza dei fori ed il disegno del prospetto si sono ripristinate le facciate originali: con la luce artificiale, l’edificio è tornato ad essere una lampada nella notte.
Questo intervento di restauro è stato insignito della menzione d’onore nella sezione “Restauro del Moderno” nella selezione per la Medaglia d’oro all’architettura italiana 2009 organizzata dalla Triennale di Milano.
progetto: Semerani e Tamaro Architetti Associati (Gigetta Tamaro, Luciano Semerani e Francesco Semerani)
direzione lavori: Francesco Semerani
Cantiere:
ditta edile: Scarcia & Rossi S.n.c.
arredi: Zinelli e Perizzi S.p.a.
smalti: Sandtex S.p.a.
verde: Cooperativa Sociale Agricola Monte S. Pantaleone