Concorso Riuso Mazzoleni (2013)
Concorso di progettazione promosso dalla Mazzoleni S.p.A. per la riconversione del suo sito industriale dismesso a Seriate (Bergamo).
Si è partiti dall’intento di stabilire un rapporto tra edifici e territorio facendo diventare il sito luogo di relazione e rete territoriale di connessione tra centro storico e lo sviluppo urbano di Seriate a sud-est.
La composizione urbana si è concentrata sulla gestione degli spazi pubblici stabilendo peculiari rapporti tra involucro edilizio, spazio pubblico e spazio privato.
progetto: Silvia Fontana, Alberto Miotto, Francesco Semerani con Andrea Pennisi, Alessia Semenzato, Francesco Zanon




















Concorso Riuso Mazzoleni (2013)
Concorso di progettazione promosso dalla Mazzoleni S.p.A. per la riconversione del suo sito industriale dismesso, di 32.340 mq, a Seriate (Bergamo).
L’ambito di intervento era accessibile da via Marconi, uno degli assi viari principali di accesso all’abitato di Seriate e quindi si trovava in un contesto estremamente strategico per la città di Seriate, soprattutto per la sua localizzazione geografica centrale rispetto al territorio, ma anche rispetto ad alcune funzioni già esistenti nelle aree limitrofe, ad esempio il teatro Gavazzeni, il centro sportivo e la piscina comunale, la stazione dei treni, ma anche la via Decò e Canetta che collega direttamente con il centro storico.
Il bando richiedeva quindi, oltre alla progettazione del disegno urbano e delle tipologie edilizie, una particolare attenzione alla relazione dell’intervento con il contesto circostante e con gli standard qualitativi da restituire al pubblico.
Si è partiti dall’intento di stabilire un rapporto tra edifici e territorio facendo diventare il sito luogo di relazione e rete territoriale di connessione tra centro storico e lo sviluppo urbano di Seriate a sud-est.
La composizione urbana si è concentrata sulla gestione degli spazi pubblici stabilendo peculiari rapporti tra involucro edilizio, spazio pubblico e spazio privato. Nel progetto i nuovi edifici non sono cioè circondati da spazi, verdi o pavimentati, privati o pubblici, di fatto inutilizzabili perché recintati ma intorno, e “attraverso”, i nuovi edifici si materializza un nuovo paesaggio urbano composto da un elenco tipologie di spazi basato sulle relazioni tra pubblico, privato, privato ad uso pubblico, viabilità, spazi aperti e verdi, artificiali e naturali.
Ci si è impegnati a garantire un’alta permeabilità dell’area attraverso bande verdi che corrono tra gli edifici e collegamenti trasversali per un rapido flusso ciclopedonale. Nei percorsi principali si sono posizionate le funzioni collettive e di vicinato.
Negli edifici e negli spazi pubblici si sono previste funzioni eterogenee (mixité) che risultassero attrattive anche per i lotti circostanti già realizzati. Prevedendo di insediare funzioni collettive e pubbliche al piano terra si intendeva assicurare una elevata vitalità all'area ed un utilizzo per tutto l'arco della giornata.
Il progetto architettonico degli edifici include luoghi di relazione.
Lo spazio pubblico viene portato fino al livello del primo piano. Piazze sospese in corrispondenza dei tagli degli edifici consentono, da parte del flusso ciclo-pedonale, di accedere alla maggiore concentrazione di spazi con funzioni direttive e commerciali.
Per quanto riguarda le tipologie edilizie si è voluto costruire un sistema insediativo e architettonico in grado di adeguarsi alle richieste di un mercato mutevole e garantire una flessibilità nella organizzazione dell'edificato in funzione delle esigenze della collettività.
Si è pensata una realizzazione suddivisa per fasi per ottenere i seguenti vantaggi: il pagamento degli oneri commisurato agli stralci funzionali di realizzazione; la configurazione di un fronte edificato in grado di offrire una quinta urbana alle lottizzazioni adiacenti;
un collegamento ciclo-pedonale tra il centro storico, la stazione e via Marconi già dalla prima fase;
la possibilità di non realizzare vuoti urbani che incidano negativamente sulla qualità del costruito.
La facciata degli edifici è realizzata come una pelle applicata alla struttura dell'edificio, in questo modo si consente di adeguare i prospetti alle variazioni delle funzioni contenute senza intervenire sulla struttura. Alla committenza privata è concessa la possibilità di personalizzare il rapporto vuoto-pieno della propria casa. Per rendere possibile questo tipo di progettazione è stato necessario rendere autonome le strutture portanti.
Le unità proposte sono quindi una raccolta tipologica di possibili relazioni tra maglie strutturali, facciate e apparati impiantistici al fine di lasciare la maggior libertà possibile nella disposizione di singoli appartamenti.