Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita
Progetto di allestimento al museo Marino Marini nel 2014 della mostra «Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita”, a cura di Livia Frescobaldi Malenchini, Oliva Rucellai e Alberto Salvadori. L’esposizione è stata poi portata nel 2015 alla Villa Reale di Monza presso la Triennale di Milano.












































































Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita
“Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita” è la mostra che dal 13 giugno all’8 novembre 2014 al Museo Marino Marini di Firenze ha presentato pezzi provenienti dalla collezione di ceramiche di Gio Ponti del Museo di Doccia. La mostra è stata curata da Livia Frescobaldi Malenchini, da Oliva Rucellai e dal direttore artistico del Museo Marino Marini Alberto Salvadori.
La stessa mostra è stata poi riproposta al Triennale Design Museum negli spazi del Belvedere della Villa Reale di Monza dal 12 aprile al 7 giugno 2015.
L’idea dei curatori era di una mostra piccola, ma con sezioni specifiche ben definite (dall’idea al prodotto, le committenze speciali, la comunicazione, il ruolo delle mostre) che presentasse una scelta selezionata di cinquanta pezzi provenienti dalla collezione di ceramiche di Gio Ponti del Museo di Doccia e una selezione di una trentina di lettere per la maggior parte inedite con schizzi, disegni e indicazioni di fabbricazione.
Da queste lettere si evince come Gio Ponti si occupasse in prima persona di ogni aspetto della produzione, dal passaggio dalla prima idea, spesso presentata sotto forma di schizzo, al suo sviluppo.
L’idea che ha guidato il progetto dell’allestimento è stata quella di dare merito di questa “corrispondenza” e di associare con molta chiarezza le lettere, spesso accompagnate da disegni o schizzi originali, alla ceramica di cui è l’oggetto. Contemporaneamente la morfologia del Museo Marino Marini suggeriva di concentrare puntualmente l’allestimento delle opere in espositori che dialogassero con le sculture di Marini presenti al primo piano del museo.
La fragilità delle opere esposte ha fatto propendere per il loro inserimento in tavoli, leggii e teche di dimensioni diverse fatti in metallo. Il disegno delle teche, di ispirazione scarpiana, permette la visione dei pezzi a 360 gradi.
All’interno delle teche i leggi, i sostegni e i divisori in metallo e legno hanno esplicitato le relazioni tra le lettere e le ceramiche descritte.
Crediti:
Realizzazione delle teche:
Cover System S.n.c. - Lastra a Signa (FI)
Realizzazione dei sostegni metallici interni alle teche:
Dumasca srl - Noale (VE)
Realizzazione dei supporti in legno interni alle teche:
Pialla e Scalpello - Bologna